19 novembre 2007

L'autografo di Stefano!


Non mi sono lasciato scappare quest'occasione e ho strappato un prezioso autografo di Stefano Folli ospite lì allo stage! E' dedicato a tutto il VII! A presto raga

9 novembre 2007

L'AMORE AI TEMPI DI INTERNET



Questa è forte....la riporta oggi il sito di Repubblica!!


LUI: Patrick Moberg, 21enne di Brooklyn. Web designer. Tutte le sere torna a casa dal lavoro in metro.


LEI: Perfetta sconosciuta. Short azzurri, calze blu. Un tacquino e una matita. Un fiore tra i capelli. Basta. Patrick nn sa nient'altro.


La guarda. Folgorato. Si alza, sta per raggiungerla. Ma la gente è troppa, e lei scende.

Patrick torna a casa, le fa un simpatico ritrattino, lo scannarizza e apre un sito




in poche ore riceve un sacco di segnalazioni, il cyberpopolo newyorkese si mobilita e dopo qualche giorno un'amica di lei manda a Patrick una foto.

E' lei: Camille Hayton. 22 anni. vive a Brooklin e lavora al magazine BlackBook.


L'ha trovata!!!!


Nell'ultima pagina del sito lui spiega che per il bene della coppia, non ci saranno più aggiornamenti:


"A differenza delle commedie romantiche e delle cattive canzoni pop, dovrete immaginare il finale di questa storia da soli”.


ma che dolciiiiiiiiiiiii!!!!!

2 novembre 2007

Il Falco in radio..


Ieri l'ho fatta lunga.
Stasera sarò breve: se volete ascoltare un po' di mie cavolate (nonché il mio esordio radiofonico) scaricate in podcast, dal link di seguito, la prima puntata di Rock & Politica:
http://radio.decidere.net/index.php?option=com_content&task=view&id=62&Itemid=33
Aspetto giudizi e commenti.
Un abbraccio Luca.

Ps: il prossimo appuntamento del Falco radiofonico è per lunedì mattina alle nove in diretta su Decidere radio: rassegna stampa!

1 novembre 2007

La storia, le storie..

Dopo le vicende annesse e connesse alla mai sostenuta simulazione dell’esame (su cui è meglio stendere un velo pietoso), rispondo alle varie sollecitazioni poste da un post lasciato da Pascu nei giorni scorsi.
Prima precisazione: non era mia intenzione servirmi del ricordo del prof. Scoppola per dare forza al mio ragionamento. Non ne avevo bisogno. Il ricordo dello scomparso professore era un modo per sottolineare il dispiacere per la perdita di una voce importante nel dibattito storiografico italiano. Uno di quei studiosi, ed ecco il perché del collegamento con quanto scritto da te nel post, che hanno collaborato a scrivere pagine di quelle che tu chiami “verità precostituite”. Ma poi, scusa, che cosa sono le verità precostituite? Che significa? Non capisco. Forse può risultare affascinante studiare la storia come se fosse un thriller in cui alla fine si deve scoprire chi è l’assassino e in cui ci sono delle forze che lavorano per insabbiare tutto e non fare scoprire la “verità”. Ripeto, potrà essere affascinante, ma non è sicuramente un modo serio per analizzare il fenomeno storico. Questo modo di ragionare può essere, a mio avviso, solo figlio di una paranoia dietrologica. Un’impostazione, secondo il mio punto di vista ripeto, totalmente sbagliata. La stessa che fa cadere nel ridicolo quei soggetti (i vari Chomsky, Chiesa, Vidal, Cardini, etc) che da tempo stanno cercando di smascherare il complotto di massa, l’unico grande complotto di massa della storia dopo i protocolli dei Savi di Sion, che ha organizzato la demolizione controllata del World Trade Center a New York l’11 settembre 2001. Anche loro non si accontentano delle “verità precostituite” (buone per un fesso come me che crede a quello che ha visto e che ha letto..). So che il complottismo è una “malattia” dura a morire e di cui non ci si libera facilmente, ma spero che tu te ne libererai presto.
Anche perché, c’è un punto che su questo modo di analizzare i problemi storici è difficile da smentire. Nella storia degli ultimi cento e più anni, infatti, non c’è stato un evento importante in cui la “verità ufficiale” sia stata, diverso tempo dopo, smentita dall’emergere di un’altra “verità nascosta”, scovata da qualche "dietrologo incallito". Non c’è un esempio che possa far pensare il contrario (ripeto di eventi importanti, non di piccole cose). Solo le verità rimosse o dimenticate, presenti soprattutto sul lato “sinistro” della storia, sono state poi “scoperte” dal grosso pubblico e hanno poi costretto molti o a fare finta di niente o, salvo in rarissimi casi, ad ammettere, tra tante reticenze, che forse s’erano sbagliati.

Altro punto di cui mi rammarico molto, caro Pascu, è la tua obiezione al libro di Zavslasky. Ora, si può obiettare su tutto, ma sempre entrando nel merito delle questioni. Il fatto di eludere la vicenda storica che segnalavo (il massacro di Katyn) con l’argomento che siccome è un libro edito da Ideazione, per rispetto delle Storia (oddio che cosa hai scritto! Per rispetto della storia? Bha!) tu non prendi nemmeno in considerazione la possibilità di leggerlo. Questo razzismo editoriale, scusami, ma da te non l’accetto. Primo, perché Ideazione non è l’ultima casa editrice di questo Paese. Secondo, perché, almeno per me, la casa editrice è l’ultima cosa che guardo in un libro. Mi sembra scontato, infatti, che bisogna leggerli i libri (e vedere cosa c’è scritto..) e non pensare a chi l’ha stampato. Cosa diavolo ti può interessare chi l’ha mandato alle stampe, è quello che c’è scritto che conta, o mi sbaglio? E terzo, infine, mi sembra che proprio tu ti alimenti, spesso e volentieri, di molti prodotti della cosiddetta “stampa alternativa”. Roba che non arriva neanche in libreria. Ecco da uno come te posso ricevere tutte le obiezioni di questo mondo ma non quella che il libro è edito da una casa editrice “vicina” a una determinata area culturale. Come giudicare allora il Giorgio Bocca che fino a qualche tempo fa pubblicava i suoi libri con la Mondadori? È un argomento che non funziona, se non hai voglia di leggere il libro puoi dirlo apertamente e non menare il can per l’aia con la storia della casa editrice.
Ma vabbè.



Passo ora al punto a cui tengo di più. Con la “Brigata Sassari” ci siamo scontrati diverse volte sulla questione del patto Molotov- Ribentropp. Ora, il consiglio che do al mio amico è quello di dare uno sguardo a un libro in particolare che descrive dettagliatamente la vicenda di quel patto e tutte le ripercussioni che ne seguirono. Il libro è edito da Mondadori, negli Oscar (spero che questa volta la casa editrice vi soddisfi, altrimenti peggio per voi). L’autore è lo scomparso storico francese François Furet e il titolo è “Il passato di un’illusione. L’idea comunista nel XX secolo”. Un libro a dir poco fondamentale per chiunque voglia capire e discutere seriamente della storia politica del Novecento. Oltre al libro di Furet tra i tanti libri che parlano della vicenda ho preso in esame il libro che la stessa “Brigata Sassari” ricordava di leggere sull’argomento. Si tratta del libro “Storia delle relazioni internazionali”, edito da Laterza (va bene la casa editrice?) dello storico Ennio Di Nolfo.

Sulla vicenda del patto, a pagina 297, Di Nolfo scrive:
“La decisone di Hitler fu immediata. Chiese a Stalin di ricevere Ribentropp entro il 23 agosto e, avutone l’assenso, ordinò al suo ministro degli Esteri di recarsi a Mosca per la stipulazione di accordi che avrebbero mutato la sorte dell’Europa e del mondo. Non vi era molto in comune tra Molotov e Ribentropp, se non il cinismo più assoluto e la più completa mancanza di scrupoli nel decidere il destino delle nazioni. In breve, durante la giornata del 23 agosto furono redatti il testo del patto di non aggressione e i protocolli segreti aggiuntivi. Il testo di questi protocolli fu divulgato nel 1949 dal governo americano ma il loro contenuto fu sempre smentito dai Sovietici, che solo nel 1988 incominciarono ad ammettere l’esistenza di tali documenti e ne pubblicarono il testo nel 1990, avvalorando pienamente i testi già editi.
Il patto di non aggressione aveva una portata politica generale. Esso conteneva l’impegno tradizionale che vincolava le due parti ad astenersi dal compiere azioni aggressive l’una contro l’altra, a non prestare aiuto a chi avesse aggredito l’altro contraente, a continuare in futuro le consultazioni sui problemi di muto interesse e anche a non partecipare ad alleanze rivolte contro una di esse […].


Fin qui – continua Di Nolfo a pagina 298 – l’intesa Ribentropp-Stalin non aveva nulla di strutturalmente straordinario, se non il fatto di segnalare il rovesciamento di alleanze che avrebbe provocato vaste conseguenze e larga eco. Dove la portata del rovesciamento mostrava i suoi reali contenuti era nel protocollo segreto, che indicava il prezzo pagato da Hitler a Stalin, per ottenere il consenso a distruggere la Polonia. […] Il protocollo segreto infatti esplicitava in quattro articoli le “sfere d’influenza” che le due parti si riconoscevano nell’Europa orientale. […] In sintesi Hitler consegnava gran parte degli stati Baltici, la Polonia orientale e la Bessarabia all’Urss, in cambio del controllo sulla parte restante della Polonia e della libertà di movimento che il patto di non aggressione gli concedeva. Stalin a sua volta acquistava un’area di influenza che avrebbe difeso, ampliandola verso occidente, sino al 1948”.

Più avanti Di Nolfo passa a considerare le conseguenze che quel patto ebbe:
“I due dittatori, pur di raggiungere i loro diversi obiettivi, non si preoccupavano di tradire né gli impegni presi, né le attese dell’opinione pubblica: in particolare le attese della sinistra che aveva sempre considerato il nazismo e il fascismo come i primi nemici da combattere e che era ancora calda dell’esperienza di guerra antifascista combattuta in Spagna. Scoprire nuove lealtà, scoprire che Hitler, anziché un tiranno omicida, era un alleato prezioso fu un passaggio che non tutti gli uomini di sinistra seppero compiere: una delle tante prove cui lo stalinismo espose l’internazionale comunista e, più in generale, i movimenti antifascisti di tutto il mondo.
Qualche pagina più avanti (324-326) Di Nolfo chiarisce che da parte dell’Unione Sovietica c’è una grossa difficoltà nel partecipare da subito alla guerra contro al Polonia. Infatti il problema dei sovietici e che i rapporti con la Polonia erano, fino a quel tempo, pacifici e quindi non c’erano appigli per giustificare un’improvvisa dichiarazione di guerra. Sulla base di accordi presi a Mosca tra Molotov e Ribentropp l’Armata Rossa entrava in Polonia con la giustificazione di dover proteggere le minoranze ucraine e bielorusse dalla minaccia di una fantomatica terza potenza.
[…] Su queste basi il 17 settembre le truppe sovietiche varcarono il confine polacco e si assestavano lungo la linea stabilita nei protocolli segreti di agosto. […] Altri accordi sulla spartizione della Polonia vennero siglati a Mosca da Ribentropp il 28 settembre. […] Gli accordi territoriali erano accompagnati da una serie di ulteriori intese politiche e commerciali e altri accordi minori che allargavano la portata dell’intesa bilaterale sino a darle l’aspetto di un’alleanza di guerra, direttamente rivolta contro la Francia e la Gran Bretagna, indicate negli accordi sulla repressione di eventuali resistenze polacche come i soggetti responsabili del turbamento del nuovo ordine stabilito nell’Europa centrale.


Niente da aggiungere. Che non si trattasse solo di un patto di non aggressione lo capirebbero anche i ragazzi della terza elementare, non dimenticando che, se anche fosse stato solo quello, sempre di un patto con Hitler si trattava. Aggiungo una postilla a questo punto: ovvero che è proprio strana la vita. Sto passando del mio tempo a scrivere queste cose per precisare a chi non lo sa, o non lo ricorda o lo ha rimosso che cosa sia stato il patto Molotov-Ribentropp. Strana proprio la vita.

Comunque dopo le cose scritte da Di Nolfo adesso riporto quanto scrive a riguardo, con magistrale chiarezza, Furet. A pagina 356 e seguenti lo storico francese scrive:
Occorre quindi ripartire dal patto firmato a Mosca da Ribentropp e Molotov il 23 agosto 1939, che inaugura l’epoca dell’alleanza tra l’Urss e la Germania nazista. Alleanza e non solo patto di non aggressione, secondo la prima presentazione che ne viene fatta sul momento, in piena crisi polacca. La parte pubblica del patto è seguita da un protocollo segreto (Per questo - precisa Furet in nota – sarebbe meglio parlare di patti tedesco-sovietici, al plurale, come suggerisce Stéphane Courtois nel suo “Le Pcf dans la guerre”) la cui esistenza sarà a lungo negata dai sovietici, proprio perché il testo rivela l’estensione dell’accordo territoriale tra i due paesi alla vigilia del passaggio delle truppe tedesche attraverso le frontiere polacche. Hitler s’è riservato in anticipo la Lituania e la Polonia occidentale, ma ha concesso l’Estonia, la Lettonia, i territori polacchi a est dei fiumi Narew, Vistola e San, oltreché la Bessarabia, come appartenenti alla sfera d’influenza sovietica. […] Hitler invade la Polonia il 1 settembre […], le truppe sovietiche il 17. L’opinione pubblica non sa che all’est del paese gli uomini dell’NKVD, che stanno dietro l’Armata Rossa, fanno un po’ la stessa cosa delle sezioni SS che stanno dietro la Wehrmacht: liquidano e deportano le élites polacche e tutto quanto può somigliare a potenziali avversari.

In questo contesto s’inserisce il massacro di Katyn, ovvero la deportazione da parte degli uomini dell’NKVD, la polizia politica sovietica, di quindicimila ufficiali dell’esercito polacco, metà dei quali militari di carriera e il resto formato da istitutori, professori, giornalisti, avvocati medici preti, in tre campi di concentramento sovietici: Ostaskov, Kozelsk e Starobelsk. Quelli di Kozelsk, quasi 5mila, furono tutti assassinati nell’aprile del 1940 nella foresta di Katyn con un colpo alla nuca. Nessuno ha mai saputo niente degli altri diecimila sventurati, i cui resti si trovano probabilmente da qualche parte in terra russa o bielorussa. La vicenda è “interessante” perché la responsabilità di questo massacro fu sempre negata, nel corso dei decenni successivi, da parte russa e additata ai nazisti. Solo con Gorbaciov al Cremlino furono aperti gli archivi e si riconobbe la responsabilità del massacro da parte dell’Unione Sovietica (cosa già nota a molti storici).

Il 28 settembre, Ribentropp si sposta di nuovo a Mosca. Il dubbio sulla politica sovietica non è più consentito, anche se si ignorano i protocolli segreti sulla divisone della Polonia e sulla ridistribuzione delle popolazioni secondo l’appartenenza etnica. Il ministro nazista sottoscrive con Molotov un vero trattato d’amicizia e cooperazione, coronato dal famoso comunicato:
«Il governo del Reich e il governo dell’Unione Sovietica, avendo definitivamente regolato, con l’accordo firmato oggi, le questioni sorte dalla dissoluzione dello Stato polacco, e avendo così creato le condizioni per una pace durevole in Europa orientale, esprimono di comune accordo l’opinione secondo la quale porre fine allo stato di guerra esistente tra Germania da un lato, la Francia e l’Inghilterra dall’altro, corrisponde ai veri interessi di tutte le nazioni. I due governi intraprenderanno sforzi comuni, se necessario, d’intesa con altre potenze amiche, per arrivare il più rapidamente possibile a questo scopo. Se tuttavia gli sforzi dei due governi restassero senza esito, allora si costaterebbe il fatto che l’Inghilterra e la Francia sono responsabili della continuazione della guerra»
.
A questo punto è chiaro che Hitler farà la guerra all’Ovest con la benevolente neutralità dell’Unione Sovietica”.

Potrei scrivere molte altre cose sul modo di studiare la storia (e di saperla analizzare), ma preferisco non aggiungere altro. Non voglio infierire.
Saluti.

30 ottobre 2007

Chi rispetta il programma e chi neanche lo legge




Dal programma dell'Unione pag. 77

'' Basti pensare ai fatti di Genova, per i quali ancora oggi non sono state chiarite le responsabilità politica e istituzionale (al di là degli aspetti giudiziari) e sui quali l'Unione propone, per la prossima legislatura, l'istituzione di una commissione parlamentare l'inchiesta".

Per chi dice di non averlo letto nel programma e per quanti ancora sostengono che le insidie per questo governo arrivano dalla sinistra della coalizione.

26 ottobre 2007

TEMI SCOMMESSE


Cari i miei colleghi...giusto x ritornare a fare i cazzoni e non tediarvi sempre con discorsi impegnati....

Io, Pasqui e il buon Bongi lanciamo un concorso a premi.

In vista della fantastica prova di martedì prossimo, e senza nessuna garanzia da parte della sottoscritta di partecipare alla stessa, scommettiamo sui temi che potranno uscire...

Il primo classificato, ovverosia colui che su una rosa di 5 riuscirà ad azzeccare più tracce, si aggiudicherà....

tttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttt (rullo di tamburi) ..............


due notti a Civitavecchia (i Caraibi non ce li potevamo permettere) col Maschio, da utilizzare secondo preferenze...


Lasciate pure i vostri commenti

SCONSIGLIATO AI DEBOLI DI STOMACO


LE FOTO DELLA VERGOGNA
L'agenzia del Pontificio Istituto Missioni Estere ha deciso di diffondere sul web due foto di un monaco assassinato, prese in segreto in un obitorio e fatte pervenire da una fonte anonima.
«Sono le foto della vergogna.
Vergogna per la Giunta, che proprio oggi diffonde alle telecamere di tutto il mondo il suo goffo tentativo di riconciliarsi con i monaci buddisti, costringendoli ad accettare doni.
Vergogna per l'Onu e la Comunità Internazionale, che non trova strumenti efficaci per garantire la democrazia a un popolo che l'ha scelta da tempo.
E vergogna per noi, che al di là di qualche sussulto, abbiamo pensato che in fondo si tratta solo della soppressione di alcune manifestazioni, quando invece si tratta di un sistema che uccide, ammazza, schiavizza».
E a parte tutto vi assicuro che non ho pubblicato la seconda perchè non la reggo nenache io.